AS 2284: LE RIFORME TANTO PER FARLE

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Se non fosse per l’aspetto quasi comico della vicenda questo mio articolo potrebbe essere letto come una denuncia.

Giace in commissione giustizia del Senato l’ennesimo progetto rivoluzionario di riforma del processo civile, mirante alla risoluzione delle irresolubile problema dell’arretrato giudiziario.

Ogni volta che le istituzioni fanno una frittata l’unico rimedio a loro dirimente appare la rottamazione.

Così come l’ingiusto, iniquo, complicato e vessatorio sistema fiscale ha prodotto il mostro Equitalia non potendo fare altro che alla fine liberarsene con la rottamazione delle cartelle, così il sistema giustizia nel tentativo di mantenere le proprie bizantine e obsolete forme rituali è incappato nella medesima fine portandoci alla rottamazione delle cause.

Un pò quello che si sta verificando nella vicenda migranti, dove per far valere un’invidiabile senso di umanità e carità si spendono risorse che dovrebbero essere destinate al numero sempre più crescente di disoccupati italiani, o peggio di gente che ha perso il lavoro con famiglie a carico e che con i 48+35 euro giornalieri potrebbe sopravvivere, e che invece vengono rottamate.

Da altro canto fare le riforme per fare le riforme, per ottenere la coccarda dall’Europa, è un rimedio assai peggiore del male, in quanto determina una confusione e sovrapposizione di leggi che diventano ingestibili per gli operatori e gli utenti.

Un pò quello che, tra l’altro, sta succedendo alle rappresentanze forensi: il neonato organismo di rappresentanza differisce dal precedente solo perché quest’ultimo ha risorse da spendere.

Peccato che favorendo il poco limpido meccanismo del cumulo delle cariche con la creazione di un centro di potere affaristico, la destinazione dei nostri soldi avrà quasi sicuramente un esito simile alla grottesca iniziativa editoriale de “Il Dubbio”.

Mi sembra chiaro che in nessuno dei campi che ho citato sia rinvenibile la strada per andare in paradiso…

Marco De Fazi

L'Avvocato Marco De Fazi, classe 1961, si è laureato nel 1986 ed si è abilitato alla professione nel 1990: è cassazionista dal 2002 e lavora nello studio associato di famiglia. Ha ereditato dal padre, Avv. Walter De Fazi (mancato nel 2011 dopo 60 anni di professione), la passione per la responsabilità civile. Ha fatto parte di commissioni di studio consiliari ed associative, ed è stato per dieci anni il rappresentante italiano del network europeo PEOPIL (Pan-European Organization of Personal Injury Lawyers). Parla e scrive fluentemente inglese ed in misura più scolastica francese. Ha fatto parte della Commissione per l'esame di Avvocato 2007 ed è membro storico del Direttivo dell'Associazione Forense Emilio Conte, di cui ora è il presidente. Membro attivo della NIABA, associazione USA di avvocati italo-americani.